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Nuove frontiere emotive: Il potere delle cyberemozioni

Nell’era della realtà virtuale e della tecnologia immersiva, sorge spontanea una domanda fondamentale: quanto reali sono le emozioni che sperimentiamo in questi mondi digitali? Mentre immergiamo i nostri sensi in ambienti virtuali, ci troviamo ad affrontare un confine sfumato tra ciò che è tangibile e ciò che è simulato. Le emozioni che emergono in questi contesti sono altrettanto valide e rilevanti di quelle che proviamo nella vita reale, o sono semplicemente un riflesso dell’illusione di un’esperienza? Questa riflessione solleva interrogativi profondi sulla natura stessa delle nostre emozioni e sulla loro relazione con il mondo che ci circonda.

Quantificare l’emozione

La misurazione delle emozioni e la capacità di monitorarle in modo obiettivo rivestono una grande importanza oltre la mera commercializzazione di prodotti. In particolare, la possibilità di quantificare l’eccitazione fisiologica e il suo legame con le emozioni ha giocato un ruolo essenziale nello sviluppo di strumenti efficaci per il trattamento psicologico.

Carl Jung, già nel lontano 1907, fu tra i precursori nel rendere oggettive le emozioni che prima venivano considerate nascoste o inconsce, facilitando così la loro modifica a vantaggio del paziente. Utilizzò una tecnologia semplice che misurava la resistenza della pelle, un segnale fisiologico che reagisce rapidamente e si riprende lentamente in risposta agli eventi mentali.

Negli anni ’90, pionieri dell’utilizzo della realtà virtuale (VR) nel trattamento psicologico hanno potuto replicare questi risultati fisiologici oggettivi e studiare il loro collegamento con l’attivazione emotiva. Grazie alla tecnologia VR, è stato possibile osservare in tempo reale ciò che il paziente stava vivendo; attraverso la misurazione della fisiologia e il confronto tra valutazioni soggettive e oggettive delle emozioni, è stato possibile individuare più facilmente e con precisione ciò che provocava relax o stress/ansia nel paziente.

L’accuratezza di tali misurazioni è migliorata nel tempo, e oggi gli scienziati utilizzano la realtà virtuale per evocare emozioni nel modo più realistico possibile, dimostrando che le emozioni vissute in questo contesto possono essere altrettanto autentiche di quelle del mondo reale.

Il Metaverso, come strumento, offre opportunità senza precedenti. Con la presenza di sensori onnipresenti e mondi interconnessi, i terapeuti potranno entrare in ambienti virtuali insieme ai loro pazienti. Questa integrazione tecnologica promette di superare i limiti attuali della telemedicina, consentendo l’esposizione e l’elaborazione delle emozioni in un ambiente quasi reale, ma senza gli ostacoli logistici che talvolta compromettono la terapia in vivo.

Gli strumenti di monitoraggio potrebbero rivelarsi particolarmente utili per coloro che hanno difficoltà nell’identificare le proprie emozioni, migliorando l’efficacia del trattamento poiché i terapeuti acquisiscono informazioni sulle emozioni di un paziente durante la sessione senza doverle chiedere direttamente. La realtà virtuale può anche essere utilizzata per migliorare le competenze emotive e sviluppare empatia negli individui, inclusi quelli con neurodiversità.

Indipendentemente dal livello di realismo, i mondi virtuali possono suscitare emozioni diverse in individui diversi. Ciò offre un’enorme opportunità per l’uso benefico della tecnologia nel campo della salute mentale. Mentre avanziamo verso un futuro sempre più potenziato dalla tecnologia, è importante mantenere al centro delle nostre attenzioni le emozioni. Continuiamo a cercare il modo migliore per utilizzare questi strumenti per creare un futuro migliore, più gentile e più umano.

Il “senso di presenza” nelle tecnologie immersive

Nell’era delle tecnologie immersive, la concezione di “senso di presenza” rappresenta una pietra angolare nel nostro approccio all’interazione umana con ambienti virtuali. Questo concetto va al di là della mera percezione di trovarsi in uno spazio simulato; piuttosto, si tratta di una profonda connessione emotiva e cognitiva con quel mondo virtuale, una sorta di immersione totale che sfida i confini tra ciò che è reale e ciò che è simulato.

Il “senso di presenza” non è semplicemente il risultato della somma delle caratteristiche tecniche di un ambiente virtuale, ma piuttosto deriva dalla sinergia di molteplici fattori. L’immersione sensoriale, ad esempio, svolge un ruolo cruciale: quanto più coinvolgenti sono gli stimoli visivi, uditivi e tattili, tanto più profondo è il senso di presenza avvertito dall’utente. L’interattività è un altro elemento chiave: la possibilità di agire e reagire all’interno dell’ambiente virtuale amplifica la sensazione di essere realmente presenti in quel contesto.

Inoltre, la credibilità dell’ambiente virtuale gioca un ruolo fondamentale nel plasmare il senso di presenza. Gli utenti devono percepire l’ambiente virtuale come coerente e credibile, altrimenti l’illusione di realtà si sgretolerebbe rapidamente. Quando tutti questi elementi convergono in modo armonioso, si crea un’esperienza immersiva che può trasportare gli individui in mondi virtuali con una sensazione di realtà sorprendentemente autentica.

Questo senso di presenza non è solamente una questione di percezione soggettiva; ha implicazioni profonde e tangibili sull’esperienza degli individui e sul modo in cui interagiscono con l’ambiente virtuale. Maggiore è il senso di presenza, maggiore è la probabilità che gli utenti si impegnino emotivamente e cognitivamente con l’esperienza virtuale. Questo rende il concetto di “senso di presenza” un punto focale nella progettazione e nell’implementazione di tecnologie immersive, poiché un senso di presenza più forte porta a esperienze più coinvolgenti e significative.

Comprendere e potenziare il senso di presenza è quindi di fondamentale importanza per lo sviluppo futuro delle tecnologie immersive. L’obiettivo è quello di creare esperienze che non solo intrattengano, ma che anche educano, terapizzano e ispirano gli utenti, sfruttando appieno il potenziale delle tecnologie immersive per trasformare la nostra esperienza del mondo.

Una prospettiva rivoluzionaria sull’esperienza affettiva umana

L’avvento delle cyberemozioni, emozioni generate e sperimentate in ambienti virtuali come la realtà virtuale (RV), apre le porte a un nuovo paradigma nell’esperienza emotiva umana. Queste emozioni, pur avendo radici nelle nostre esperienze emotive tradizionali, presentano caratteristiche uniche e nuove che sfidano le nostre concezioni pregresse.

Ci troviamo di fronte a un territorio inesplorato, dove le tecnologie immersive ci conducono oltre i confini del reale e ci immergono in mondi digitali ricchi di possibilità emotive. In questi ambienti, le nostre reazioni emotive possono essere amplificate, modificate e talvolta addirittura reinventate, portandoci a provare sensazioni che non avevamo mai sperimentato prima.

Questo è un momento senza precedenti nella nostra comprensione dell’esperienza emotiva umana. Mentre esploriamo le cyberemozioni, ci troviamo di fronte a un vasto e variegato paesaggio emotivo che ci sfida a riconsiderare ciò che pensavamo di sapere sulle emozioni. Le nuove esperienze emotive che emergono in ambienti virtuali ci offrono l’opportunità di svelare strati più profondi della nostra psiche e di comprendere meglio la complessità delle nostre reazioni emotive.

Questo approccio rivoluzionario allo studio delle emozioni umane promette di arricchire notevolmente la nostra comprensione dell’esperienza emotiva. Attraverso l’analisi e l’esplorazione delle cyberemozioni, possiamo acquisire una visione più completa e dettagliata della gamma infinita di sfumature che compongono il nostro mondo interiore. Inoltre, questo approccio ci offre la possibilità di sviluppare nuovi strumenti e approcci terapeutici che tengono conto delle specificità delle nostre esperienze emotive virtuali, aprendo la strada a trattamenti più personalizzati ed efficaci per una vasta gamma di disturbi emotivi.

Il futuro delle cyberemozioni è ancora da scrivere, ma le prospettive sono entusiasmanti. Attraverso la continua esplorazione di questo nuovo territorio emotivo, possiamo sperare di guadagnare una comprensione più profonda e articolata di ciò che significa essere umani, e di come le nostre emozioni plasmano e arricchiscono la nostra esperienza di vita.

Bibliografia

https://www.liebertpub.com/toc/cyber/26/4

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https://www.liebertpub.com/doi/10.1089/cyber.2022.0245